La Cappella
Tutti i Ravelli in Olanda discendono da Giovanni Giacomo (1601) e Maria Maglini (1604). Giovanni Giacomo Ravelli costruì la cappella il 15 Settembre 1671 per rendere grazie al Signore.
Nel 2015 la famiglia Ravelli richiese il restauro della Cappella che si trova nella foresta di Albogno, commissionata da Giacomo Ravelli. Nel 2014 il restauro della costruzione fu interrotto, e grazie ad una raccolta fondi, abbiamo trovato dei finanziamenti per la cappella, completata nel 2015.
La vita di Giovanni Giacomo Ravelli
Anna Maglini diede alla luce suo figlio, Giovanni Giacomo, il 15 Settembre 1601, in una baita che si trova accanto all’attuale Cappella. Settant’anni dopo, infatti, Giovanni costruì la cappella per omaggiare il Signore. Dopo l’inaugurazione Giovanni Giacomo visse per altri cinque anni, morì nel Gennaio 1677.
Egli ha vissuto in un periodo classificato come “Piccola Glaciazione” che durò dal 1600 al 1650. In tutto l’emisfero settentrionale la temperatura media era di 1-2 gradi più bassa rispetto alla fine del ventesimo secolo. Durante questo periodo ci furono degli inverni estremamente rigidi, mentre negli anni 1636 e 1637 gli inverni furono miti, con conseguenti ottimi risultati riguardanti sopratutto per la produzione di vino.
Questa glaciazione colpì la qualità della vita della popolazione del Nord Italia e della famiglia di Giovanni, ma fu fortunato. Sette dei suoi nove figli vissero a lungo, e sei di loro procrearono. Decise di costruire la cappella pieno di gratitudine nei confronti dei Signore.
Gli affreschi
L’affresco più suggestivo si trova nella parete posteriore: si vede Gesù sulla croce con Maria e Giovanni, con le colline sullo sfondo. Nelle vesti di Maria e Giovanni si nota il colore rosso in riferimento alla sofferenza di Gesù, oltre che al suo sangue.
1. Come immagine centrale vediamo Gesù; sulla croce di Golgotha. Qui il pittore evidenzia il momento in cui Cristo dice a sua madre: “Guarda tuo figlio” e dice a Giovanni “Guarda tua madre”.
2. Maria e’ raffigurata con sette spade che le trafiggono il cuore. Ogni spada rappresenta il dolore che doveva sopportare. Le sette spada rappresentano:
2a. La raffigurazione si riferisce alla profezia di Simeone che dice a Maria: “la tua anima sara trafitta da una spada”
2b. Quando Maria e Giuseppe dovettero fuggire da Erode, che voleva uccidere Gesù.
2c. Quando Gesù a 12 anni scomparve, e i suoi genitori lo trovarono nel tempio.
2d. Quando Maria vide Gesù portare la croce.
2e. Quando Gesù pronunciò: “Donna, ecco tuo figlio”
2f. Quando Gesù fu portato in croce.
2g. Quando Gesù fu deposto nella tomba.
Il cenno in cui si celebra Maria trafitta da sette spade è il 15 Settembre.
3. Sulla destra c’è Giovanni, questo discepolo rappresenta l’intera umanità: Gesù con le sue parole pronunciate sulla croce affida quindi tutta l’umanità, a Maria non incarna solo sua madre, ma la madre di tutti.
4. Sopra la croce c’è un riferimento al costruttore della cappella, G. Iacomo Ravelo. Sappiamo che questo si riferisce a Giovanni Giacomo Ravelli perché questo signore è l’unico nel villaggio che ha raggiunto l’età di settant’anni nell’anno 1671.
Monogramma
Per l’artista, oltre all’immagine di Gesù sulla croce, era importante anche il monogramma sul soffitto con i caratteri IHS e l’aureola al di sopra della facciata della cappella.
Il monogramma mostra i primi tre caratteri di Gesù in lettere maiuscole greche: Iota, Eta e Sigma. Bernardo Da Siena fu molto importante per la rinascita religiosa del 15esimo secolo. Nelle sue preghiere utilizzava il monogramma IHS. Fu spesso accusato di stregoneria, ma non fu mai condannato. Finalmente Papa Martino V autorizzò l’uso dei monogrammi a patto che fosse utilizzata la croce sulla lettera H.
Nimbo della croce
Il cerchio marrone sopra la facciata della cappella si riferisce all’aureola di Gesù, e viene chiamata “Nimbo della croce”.
San Giacomo
San Giacomo può essere ritratto in diversi modi: come martire, cavaliere o pellegrino. Qui viene ritratto come pellegrino.
Attributi
San Giacomo può essere riconosciuto innanzitutto dalla sua aureola. Oltre a ciò, nei vari ritratti possono essere trovate caratteristiche aggiuntive: la veste, mantello, strumenti da pastore ed i suoi piedi nudi. Anche se qui non e’ mostrato, il suo simbolo e’ un pettine.
Sant’ Antonio
Non sappiamo perché Sant’Antonio sia così marcato nella raffigurazione sulla parete sinistra, molti dichiarano che nel 17esimo secolo fosse un idolo.
Sant’Antonio e’ il santo dei francescani, degli affetti smarriti, delle mogli, dei bambini, dei poveri, dei panettieri e dei minatori, del matrimonio, degli amanti e dei viaggiatori. E’ anche il patrono dei naufraghi e dei malati. Nella famiglia di Giovanni Giacono i nomi Antonio ed Antonia sono molti comuni. Probabilmente il ritratto di Sant’Antonio e’ un tributo alla madre di sua moglie (di cui conosciamo solo il suo nome, Antonia) o a suo nonno Giovanni Antonio Maglini.
Attributi
Insieme all’aureola Antonio viene anche rappresentato con una veste marrone, un libro su cui Gesù e’ seduto ed un giglio. Questo fiore bianco si riferisce alla purezza delle preghiere e alla verginità. Nonostante ciò, nell’affresco sono presenti tutti questi simboli tranne il libro.
La benedizione della cappella
Molto probabilmente non sapremo mai se e in quali circostanze la cappella fu consacrata, comunque supponiamo che questo sia accaduto.
Giacomo Giovanni e’ nato il 15 Settembre, il giorno in cui vengono ricordate le sette spade di Maria. Questo e’ il motivo per cui la cappella venne inaugurata nel Venerdì 15 Settembre 1671. Non sappiamo com’era il tempo quel giorno, probabilmente non era freddo, forse il sole splendeva, le verdure erano già state raccolte e le api avevano già prodotto il loro miele, la raccolta dei mirtilli era già trascorsa, i funghi crescevano in abbondanza . L’autunno stava iniziando. Presto le mele e le pere potevano essere raccolte, come anche le castagne potevano essere raccolte. Era un periodo di abbondanza.
Può essere che una messa sia stata celebrata nella chiesa di San Michele di Albogno e che l’inaugurazione abbia avuto luogo alla fine del pomeriggio, al termine dei lavori nei campi. Lo stesso giorno parteciparono: la moglie di Giovanni, con cui era sposato da 47 anni, i loro sette figli con alcuni dei rispettivi partner. Lucia con suo marito Giovanni, Maria Allesina, Antonia con Giacomo Guglielmi, Anna con Giovanni, Maria Andrioli, Giovanni Giacomo con sua moglie Mattea Andrioli, Catterina con suo marito Bartolomeo Minetti. Oltre ai figli erano presenti anche i nipoti: Antonio Andrioli, Maria Andrioli, Elisabet Andrioli, Giovanni Antonia Alesina, Anna Alesina, Giovanni Giacomo Ravelli, Bartolomeo Ravelli, Maria Ravelli, Pietro Antonio Ravelli, Giuseppe Maria Ferrari e Silvestro Francesco Ferrari.
Immaginiamo che anche parenti ed amici furono presenti.